Gli specchi rimandano sempre al problema dell`identità, a quel DOPPIO sempre connesso all’idea del soprannaturale e della morte. Nel doppio l’orizzonte si confonde diventa quasi infinito.
Nell’opera Sospensioni le strutture, gli specchi e la carta, si sommano senza escludersi ed è il proprio “io” con i propri percorsi mentali che ri-costruire un possibile spazio assente. Guardare l’opera alla luce significa vedere null’altro che l’integrità del materiale. Per scoprire ciò che racchiude, c’è bisogno del SUO DOPPIO, del buio.